Questo il testo integrale dell'ordine del giorno approvato:
Proposta di Ordine del giorno - Libertà per Patrick Zaki
Patrick Zaki è un ragazzo di 29 anni di origine egiziana che ha deciso di investite parte della sua formazione accademica in Italia. Nell’agosto del 2019 si trasferisce nel nostro Paese per partecipare ad un progetto accademico sugli studi di genere presso l’Università di Bologna. Rientrato in Egitto per un breve periodo di vacanza nella sua città natale di Mansoura, viene arrestato il 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo appena sceso da un volo proveniente dall’Italia. Per 24 ore non si hanno sue notizie: secondo quanto dichiarato dai suoi legali e dalle organizzazioni per la difesa dei diritti civili, Patrick Zaki è stato bendato e ammanettato durante il suo lungo interrogatorio all’aeroporto, picchiato sulla pancia e sulla schiena e torturato con scosse elettriche.
L’8 febbraio il giovane studente e attivista viene trasferito nel carcere egiziano di Tora, considerato una delle strutture detentive peggiori al mondo. I funzionari dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale accusano Patrick di diffusione di notizie false con l’intento di disturbare la pace sociale e la stabilità nazionale, di aver sostenuto il rovesciamento dello stato egiziano, di aver utilizzato i social network per istigare il terrorismo e la violenza e di aver minato l’ordine sociale e la sicurezza pubblica. Reati che secondo Amnesty International gli fanno rischiare fino a 25 anni di carcere.
Dal giorno del suo arresto Patrick Zaki si trova in detenzione preventiva fino a data da destinarsi. La legge egiziana prevede che la custodia cautelare possa durare fino a due anni e l’imputato rischia l’ergastolo.
In questi mesi, si è assistito a continui rinvii delle udienze “giustificati” dalla situazione emergenziale legata alla pandemia COVID-19 e rinnovi della custodia cautelare. L’ultima decisione in tal senso del giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo del Cairo è datata 7 dicembre, che ne prolunga la detenzione per ulteriori 45 giorni.
I legali di Zaki riferiscono di pessime condizioni igienico sanitarie all’interno del carcere, dove il ricercatore è costretto a “dormire per terra senza materasso”.
La vicenda di Patrick ricorda quella tragica di Giulio Regeni, anch’egli ricercatore universitario, scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016 dove si trovava per approfondirei i suoi studi di dottorato. Il 3 febbraio 2016 il corpo di Giulio viene ritrovato ai bordi di una strada della capitale egiziana, tremendamente martoriato e con evidenti segni delle torture e delle sevizie subite. Una ferita aperta per il nostro Paese per una vicenda rimasta senza colpevoli. Sono trascorsi oltre quattro anni ma verità e giustizia non sono state fatte.
Patrick, come Giulio e come altre centinaia di persone, è stato arrestato per il solo fatto di essere un attivista dei diritti civili in un regime autoritario che tenta in ogni modo di sopprimere la libera espressione del pensiero in tutte le sue forme. Tanto le motivazioni, quanto le modalità di arresto e detenzione, violano vergognosamente il diritto internazionale.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio impegna il Sindaco e la Giunta comunale
- a sollecitare il Governo italiano e la Commissione Europea affinché compiano i massimi sforzi diplomatici per richiedere la liberazione di Patrick Zaki;
- a dare informazione del presente atto sul sito web e sui canali social del Comune di Lavis.