Nei giorni scorsi presso il Pont de Fer di Lavis è stata installata una stele raffigurante Andreas Hofer, nell'ambito del progetto culturale "Andreas Hofer | War hier. Era qui. Was here." che coinvolge anche Innsbruck, Bergisel, S. Leonardo, Merano, Bolzano, Egna, Ballino, Mori, San Romedio e Ala.
L’antica via più frequentata fra il nord e il sud dell’Europa lungo la vallata dell’Adige trovava presso il confine di Lavis uno sbarramento naturale segnato dallo scorrere impetuoso del torrente Avisio. Come punto strategico di difesa fu più volte utilizzato, specie durante le guerre napoleoniche. E fin qui arrivò anche la punta estrema dell’avanzata delle genti di lingua tedesca sulla sinistra dell’Adige, tanto da essere ritenuto nei secoli linea di confine tra Germania e Italia e dazio tra le terre tirolesi e il principato vescovile di Trento.
Per Lavis passavano ogni giorno mercanti, viandanti, diplomatici, intellettuali, artisti, regnanti e, nei periodi di guerra, anche gli eserciti.
Fra il 1796 e il 1809 il borgo avisiano soffrì l’invasione francese per ben tre volte: il 5 settembre 1796, nel febbraio 1797 e il 2 ottobre 1809. Nel corso della rivolta tirolese, a Lavis ebbe luogo una delle battaglie più importanti e cruente del 1809. Furono un centinaio i caduti tirolesi, senza contare le conseguenze sulla popolazione civile che subì il classico saccheggio e fu soggetta alle contribuzioni e all’acquartieramento delle truppe occupanti.
La figura di Andreas Hofer, chiamato “supremo comandante” nelle missive indirizzate ai suoi luogotenenti presenti sul libro di posta di Lavis, e tutta la rivolta tirolese del 1809, vanno viste in chiave europeista ove ogni popolo ha il diritto ed il dovere di difendersi dagli imperialismi e di conservare e tramandare le proprie tradizioni culturali e linguistiche, ma allo stesso tempo ha l’obbligo di aprirsi ad altre culture.
Maggiori informazioni sono disponibili qui: https://hoferpoints.it/it/lavis/